«Ai nostri porti servono collegamenti con la ferrovia»
Intervista a Mr. Mario Enrico Disegni, Managing Director di Alltrans
by "L'Avvisatore Marittimo"
Mario Enrico Disegni, Managing Director di Alltrans: «La tragedia di ponte Morandi rivela la sottovalutazione delle infrastrutture»
IL PORTO di Napoli esce da un lungo periodo di commissariamento. Come valuta lo scalo oggi?
«Dopo 10 anni di sonno risponde Mario Disegni, amministratore della casa di spedizioni internazionali Alltrans, consigliere e presidente della sezione marittima di Fedespedi e membro del consiglio di rettivo anche di Alsea (associazione degli spedizionieri lombardi) il porto ha finalmente un presi dente operativo e con la voglia di fare. Pietro Spirito è una persona diretta, energica e di esperienza».
Su quali criticità deve lavorare?
«Lo scalo deve sistemare il discorso del collegamento ferroviario, senza il quale non si può pensare di allargare i traffici.
Oggi, a parte 300 metri di binario che però sono nell’area passeggeri, non c’è niente, resta tutto da fare. È fonda mentale che i porti di Napoli e Salerno funzionino per lo sviluppo dell’economia di tutto il Sud e che possano ampliare i propri traffici».
Che cosa pensa del progetto di Zona economica speciale?
«È un progetto positivo, appoggiato dalla Fedespedi e che darà maggiori prospettive allo scalo di Napoli. Ne aumenta le potenzialità, ma proprio per questo bisogna che le merci possano fluire più facilmente nel porto.
Anche per questo è importante l’intermodalità. Così come bisogna che riprenda al più presto l’intermodalità nel porto di Genova. Lo dico non soltanto a titolo personale, ma a nome della categoria degli spedizionieri».
La tragedia di ponte Morandi ha messo in di scussione la gestione delle infrastrutture in Italia. È un problema diffuso?
«Abbiamo avuto segnali negativi sulle infrastrutture già da un paio di anni. Questo non è l’unico ponte che è crollato, anche se è stato quello con gli effetti più tragici».
Che effetto sta avendo il crollo sul porto di Genova
«Lo scalo ligure sta subendo un evidente calo di traffico, proprio perché i collegamenti intermodali non possono essere sostituiti pienamente dalla gomma. Stimiamo che siano arrivati 2.500 container in meno in un mese nel porto di Sampierdarena. A questo va posto assolutamente rimedio, liberando i due binari rimasti interrotti dal crollo. Se non riusciamo a tenere in efficienza questo porto, che è un motore per l’economia, sarà un danno per tutto il Paese. Si apre la strada al trasferimento di merce in porti fuori dall’Italia».
Qual è la risposta della politica?
«La sensazione è che dopo la fase dell’emergenza, in cui si è giustamente pensato alle famiglie delle vittime e agli sfollati, manchi la consapevolezza dei problemi che sta affrontando il porto.
Non percepiamo l’attenzione delle autorità. Più in generale, c’è un concetto di fondo: sempre più si pensa alle infrastrutture come a una spesa.
Questa mentalità purtroppo si sta diffondendo anche a livel lo di Unione europea. Ma questo non è vero. Sono un investimento e come tale vanno valutate. Anche una buona manutenzione consente un utilizzo delle in frastrutture più sicuro e di lunga durata. Ma questo vale per le strade come per le scuole. Questo dovrebbe essere un principio guida del nostro governo»